Il territorio del Garda Paesaggio, ambiente e insediamenti del Baldo

Brevi appunti sul territorio del Garda.

Garda autore : Luigi Perotti, Germano Data pubbl.01-02-2019

Il nome  Benaco, Garda, Baldo, Brenzone.

Benaco deriva dal nome celtico "cornuto" e prende il nome dalle montagne a punta che circondano il lago.

Garda sembra derivare dal longobardo WARDA 'luogo di osservazione, di guardia' . Garda è già presente in un diploma del 712 del re longobardo Liutprando. Quindi il lago prende definitivamente  nome dalla  rocca di Garda nel IX e X secolo che ha giurisdizione, diritti di pesca su tutto il basso Garda, i paesi dovevano pagare le tasse alla giurisdizione. (PS. In brensonal si dice varda al posto di guarda)

Baldo deriva dal longobardo “wald” cioè bosco fiscale.

Brenzone probabilmente deriva dal nome della tribù germanica dei Brenni o Breoni,  che si insediò sul Monte Baldo da dove  scendeva verso il lago per saccheggiare e per fare atti di vandalismo.

L'area del Baldo non è di origine vulcanica, ne è prova il fatto che non ci sono rocce vulcaniche.

Ci sono stati e ci sono invece episodi di terremoti di origine tettonica causati dallo spostamento delle placche. Infatti nel territorio di Brenzone le costruzioni sono regolate dalla normativa antiscismica.

La dorsale Baldense si estende per circa 38 chilometri, inizia a nord tra Rovereto e Nago-Torbole, ad est la Vallagarina a sud termina tra San Vigilio e la piana di Caprino .

Ci sono 10 cime che superano i 2000 metri, la più alta è Cima Valdritta raggiunge i 2218 metri.

A partire da sud : le Creste di Naole (1660 m), il crinale di Costabella (2062 m), il Coal Santo (2072 m), la vetta delle Buse (2154 m), cima Sascaga (2134 m), punta Telegrafo (2200 m), punta Pettorina(2191 m), cima Valdritta (2218 m), cima del Longino (2180 m), cima Pozzette (2128 m), Dos della Colma (1830 m) e l'Altissimo (2078 m)

Vista aerea del Garda da Sud a Nord

Sul monte Baldo si trovano specie vegetali provenienti dal Nord Europa, dalla Sicilia, dal Portogallo, specie che hanno potuto resistere e svilupparsi grazie alle particolarità climatiche che qui si trovano, sono degli ENDEMISMI.

La brezza di lago e di monte sono una costante come una costante è il "capel" del Monte Baldo, quella foschia che avvolge la cima, nuvole di condensazione dovute al lago.

Il Garda non è un lago glaciale come erroneamente si pensa ma era una valle fluviale e  in un secondo momento è intervenuta la forza erosiva del ghiacciaio che ha data forma di U alla vallata. Il ghiacciaio ha creato a Sud una diga, è quello che si chiama un ACCIDENTE geografico cioè casuale e provvisorio, 12.500 anni fa, che è relativamente poco rispetto ad altri fenomeni di orogenesi.

Alcuni studiosi della flora del Baldo.

 Baldo è denominato "giardino d'Europa" per via del grande patrimonio floristico.

Già a partire dal 1500 Francesco Calzolari, uno Speziale nato a Verona nel 1522,  fu il primo a descrivere le specie presenti in questa area e pubblicò il libro "Viaggio da Verona al Monte Baldo". Nel libro oltre a descrivere l'itinerario spiega  dove era possibile raccogliere le erbe medicinali. Il libro tradotto in tedesco e inglese fece diffondere la fama del monte Baldo come giardino d'Europa.

Altra pubblicazione è quella di Giovanni Pona, nato a Verona nel 1565,  ha scritto "Il Monte Baldo".

Noto per lo più per il suo interesse verso le piante rare antiche e moderne, Pona viene riconosciuto come il primo botanico del Monte Baldo e il libro è un trattato sulla botanica farmaceutica del tempo .

Nei secoli successivi, molti naturalisti scendevano dal Nord Europa facendo tappa a Rovereto. In quanto la presenza termo-regolatrice del lago e l'altitudine delle montagne fa del Baldo un ambiente unico per gli studiosi.

Età contemporanea

Un grande  studioso del territorio veronese è stato Eugenio Turri nato a Grezzana nel 1927 e scomparso nel 2005 a Verona. Tra le decine di pubblicazioni un libro dal titolo "Il Monte Baldo".

Filippo Prosser, Nato a Cantù (Como) nel 1963,  conservatore di botanica del Civico museo di Rovereto, ha classificato oltre 2.000 specie floreali del Monte Baldo, che corrispondono a più del 30% di tutte quelle che che sono presenti  in Italia; Il testo  "la Flora illustrata del M. Baldo" (con Festi e Alessio Bertolli)

Un doveroso ricordo a Lil de Kock ( nata a Monaco di Baviera 1911-2009 ), etologa, naturalista, ideatrice del Wwf, amica del nobel Konrad Lorenz. Fu profonda conoscitrice della flora e della fauna del Monte Baldo, dove trascorse gli ultimi 40 anni della sua vita a Boccino di Brenzone. A lei si deve la classificazione di buona parte delle circa 70 specie di Orchidee.  vedi articolo pubblicato su Arena

Lil de Kock grande amante del Garda e del Baldo

E infine un esperto locale, Valerio Sartori, vive a Brenzone, grande appassionato e profondo conoscitore della flora del Baldo, da anni organizza escursioni, passando per sui sentieri che si inerpicano sul Baldo, e spiegando proprietà e utilizzo delle erbe e delle piante.

Valerio Sartori durante un'escursione

Illustri artisti e scrittori hanno descritto e dipinto luoghi del Garda tra i quali :

Luigi Basiletti che intorno al  1820 ha dipinto dei bozzetti che sembrano quasi delle riproduzioni fotografiche.                 

Altro ospite illustre del lago è stato Goethe nel corso del 1786 giunse sul Garda;

              

Targa che si trova  a Malcesine e che ricorda il soggiorno di Goethe.

Goethe giunse Torbole e poi proseguì per Malcesine. Affascinato dal paesaggio, l’intellettuale si ferma per fare un disegno del castello scaligero. I gendarmi  della Repubblica Veneta si insospettiscono, lo arrestano con l’accusa di essere una spia austriaca. Fortunatamente un ex-emigrante lo riconosce e lo scagiona. Nonostante questa disavventura, Goethe loda il territorio, in particolare ammira gli oliveti e le piante di agrumi che decorano le coste dell’area settentrionale del lago.  Le descrizioni del viaggio in Italia e del lago di Garda si diffonderanno in Germania e molti tedeschi seguiranno la sua impresa raggiungeranno i nostri luoghi.

IL BALDO IL LAGO E IL BACINO LACUSTRE. 

Acuni dati

Bacino idrografico

   2260 km²

   Largezza  95 km  

   Larghezza massima di 42 km 

Il territorio del Baldo Garda è piuttosto vasto,  circa 1.000 Km² :

    400 Km² per il Monte Baldo,

    400 Km² per il Lago di Garda 

    il resto nel versante della Valle dell'Adige.

Superfice lacustre

   368 km²

   Lunghezza 52 km

   Larghezza massima di 16km 

   Sviluppo costiero 158 km

Il lago arriva ad una massima profondità di 353 metri nella zona forntale tra Castelletto e Magugnano. Nella zona Sud Orientale è più basso. La temperatura media delle sue acque superficiali è di 12 °C, che scende a 8 °C a 100 metri di profondità. La temperatura superficiale dell'acqua è però soggetta a variazioni notevoli nell'arco dell'anno: la temperatura minima a dicembre è di 6 °C mentre quella massima ad agosto è di 27 °C. 

Di media, a livello del lago la temperatura, è di 13 gradi, d'inverno la temperatura dell'aria, grazie al lago, in media è di mezzo grado in più e in estate mezzo grado in meno rispetto al fronte della val d'Adige.

Questo favorisce alcune specie della flora, ad esempio il leccio non ci sarebbe se non ci fosse questo clima.

Ci sono sorgenti sub-lacuali, il Mincio porta via più acqua di quella che introduce il Sarca, 58 metri cubi di acqua contro i 31 metri cubi.

L'Alto Garda sembra un fiordo, cambia solo il colore che è un po' più chiaro del  blu intenso dei fiordi.

L'acqua e così azzurra perchè il bacino idrografico non è molto esteso, per cui il ricambio d'acqua avviene in tempi molto lunghi, circa 27 anni, quindi c'è sufficiente tempo per far depositare le impurità. Ci sono circa 20/25 metri di trasparenza e le acque non sono inquinate da agenti chimici.

Le profondità del lago sono maggiori verso la costa bresciana dove il ghiacciaio ha scavato di più causa la sua inclinazione.

Campione è un conoide, ( un corpo costituito da un accumulo di sedimenti clastici con forma caratteristica a ventaglio) gli altri sono Maderno, Malcesine, Limone.

Limone ha un clima particolarmente dolce perchè già dalle prime ore del mattino riceve direttamente i raggi del sole e la parete rocciosa si riscalda e mantiene il calore, infatti fino alla metà del '900 c'era una importante coltivazione di limoni.

La fascia dell'uliveto arriva a 300 metri (anche se a causa dei cambiamenti climatici in corso, potrà essere coltivato anche ad altitudini maggiori), l’olivo non è una pianta autoctona ma è stata portata dai Romani.

L' anfiteatro morenico, è la diga naturale costruita a Sud dal ghiacciaio.